Cosa c’è in un ice pack?
Che cosa c’è in un ice pack? Quali ingredienti lo compongono? Il materiale che si trova nei sacchi gelo è tossico? In questo articolo la risposta alle tue domande.
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Oggi approfondiamo un argomento interessante: che cosa c’è in un ice pack? Quali ingredienti lo compongono? Il materiale che si trova nei sacchi gelo è tossico?
Ti sarai chiesto molte volte da cosa è composto un ice pack: te lo raccontiamo oggi grazie al supporto di un articolo letto su poison.org.
Gli ice pack sono dispositivi medici di uso comune in molti contesti: uffici, palestre, uffici, aziende, studi medici e anche a casa. La loro praticità permette a chi ne ha bisogno di beneficiare in pochi secondi di una sensazione di caldo o freddo – a seconda del tipo di dolore che si vuole lenire.
Ci sono diversi tipi di ice pack: alcuni sono monouso, altri riutilizzabili. Grazie agli studi e alle ricerche odierne, i componenti chimici di un ice pack permettono, in caso di ingerimento accidentale, di avere minime e poco preoccupanti reazioni collaterali. Tuttavia è bene sapere che, a seconda della composizione e della quantità ingerita, alcuni elementi possono essere più o meno tossici.
Ice pack istantanei: l’ingestione degli elementi chimici è pericolosa
Tra tutti i sacchi gelo presenti in commercio, forse l’ice pack istantaneo è quello che desta più preoccupazione in caso di ingerimento accidentale. Negli ice pack istantanei, infatti, ci sono sia acqua sia reattori chimici – i quali si attivano, mischiandosi con l’acqua, dopo una pressione. I reattori chimici presenti in questi dispositivi medici sono solitamente il nitrato di ammonio e l’urea. Il primo è un ingrediente che, se ingerito, risulta tossico. Può causare dilatazione dei vasi sanguigni, un conseguente abbassamento della pressione sanguigna, meno sangue pompato agli organi.
Tra i malesseri si segnala anche la metaemoglobinemia e l’emolisi, la preoccupante distruzione dei globuli rossi. Chi dovesse soffrire di una di queste due condizioni noterà mal di testa, stanchezza, mancanza di fiato, vertigini, labbra e unghie tendenti al colore bluastro.
L’urea è un reattore meno preoccupante; ingerito, tuttavia, può causare nausea, vomito, vertigini, sonnolenza, confusione.
I gel pack riutilizzabili sono meno tossici
Gli ice pack riutilizzabili sono quelli composti da acqua, gel di silice, agenti addensanti, un componente chimico per abbassare la temperatura di raffreddamento, colorante blu non tossico. Grazie alla sua composizione e alla sua natura riutilizzabile, questi gel pack possono essere anche riscaldati per beneficiare della terapia del calore.
Tra gli ingredienti appena elencati quello più tossico è senza dubbio il glicole propilenico, ossia l’elemento che serve a far abbassare la temperatura. Un minimo ingerimento crea qualche irritazione. Un ingerimento più copioso può causare i sintomi di un’intossicazione da alcolici: sonnolenza, respiro rallentato, riflessi lenti.
Altri metodi di raffreddamento sono prodotti come i cubetti di ghiaccio riutilizzabili, solitamente riempiti di acqua distillata. Altri ice pack sono composti da piccole sfere in gel fatte di poliacrilato di sodio, un polimero chimico che risulta tossico se ingerito.
Come intervenire in caso di ingerimento accidentale?
In caso di ingestione accidentale del contenuto di un ice pack, la soluzione più veloce è sciacquare la bocca con dell’acqua e bere per pulire la bocca, liberando anche la gola da eventuali residui. Potrebbe comparire anche il mal di stomaco che può essere trattato bevendo piccoli sorsi d’acqua con regolarità.
Se i componenti di un ice pack vengono a contatto con gli occhi, questi ultimi devono essere sciacquati abbondantemente per 15 minuti con acqua a temperatura ambiente. Se il bruciore agli occhi persiste è bene consultare uno specialista.
Se il contenuto di un ice pack si rovescia sulla pelle, tutto ciò che si deve fare è lavare la zona con acqua e sapone.
Se le conseguenze dovessero essere più serie è opportuno consultare un medico.
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