Bentornati all’appuntamento settimanale con le news di Dispotech. Oggi parliamo della salute collegata all’utilizzo sempre più eccessivo dei social network. Come possono i social influire sulla nostra salute mentale? È necessario concedersi delle pause, ogni tanto? Scopriamolo grazie al supporto di un interessante articolo pubblicato sul sito della CNN, edition.cnn.com.
Il 4 ottobre il mondo si è fermato per 6 ore. No, non stiamo scherzando: se non te ne sei accorto, vuol dire che sei tra i pochi che ancora non utilizza i social.
Lunedì 4 ottobre 2021 è stata la giornata più buia per Mark Zuckenberg e il suo impero: per ben 6 ore le app del gruppo Facebook (e quindi lo stesso FB, ma anche Whatsapp, Instagram) sono andati in down in tutto il mondo causando gravi disservizi non solo agli utenti privati, ma anche alla tantissime aziende che contano sui social per lavorare.
Le pressioni e la frenesia dei miliardi di utenti dei social per far ritornare tutto com’era ha in realtà dimostrato quanto siamo morbosamente abituati all’utilizzo di queste piattaforme. Ian Kerner, terapista matrimoniale e familiare intervistato nell’articolo fonte, sottolinea “quanto dipendiamo dai social media in diversi modi per distrarci, fuggire, connetterci, far fronte all'ansia e allo stress”. Secondo il dott. Kerner, inoltre, non poter scorrere lo schermo ed evadere dalla realtà ci rende molto vulnerabili e incapaci di gestire le emozioni. Da quando ci sono i social, in sostanza, non siamo più in grado di stare da soli con i nostri pensieri. Inoltre molte persone sono letteralmente terrorizzate dal fatto che il proprio smartphone si rompa o smetta di funzionare perché, secondo Kerner, le persone hanno paura di non “sapere cosa sta succedendo e di essere connessi agli altri”.
I social media e il cervello
Controllare i social ed essere presenti online è per molti una vera e propria ossessione. Perché, allora, è così difficile smettere di farlo e disconnettersi?
Anna Lembke, professoressa di Psichiatria e Scienze Comportamentali alla Stanford University, nonché direttore medico di Medicina delle Dipendenze presso la Stanford University School of Medicine, ha esaminato il cervello per scoprirlo e, nel suo libro "Dopamine Nation", ha descritto chiaramente che la sovrabbondanza di stimoli facilmente accessibili sta influenzando la chimica del cervello e la nostra felicità.
La dottoressa, inoltre, sostiene che i social possono certamente creare dipendenza e la sua esperienza clinica è molto vasta a riguardo. Ciò accade, spiega Lembke, perché “le connessioni umane stimolano il rilascio di dopamina […] e tutto ciò che stimola la dopamina nel percorso di ricompensa del cervello ha il potenziale per creare dipendenza”.
Il malfunzionamento globale delle app social ha creato un involontario “esperimento” di massa che, secondo la dott.ssa Lembke, potrebbe aprire gli occhi a tanti utenti su questa urgente problematica.
Alla luce di tutto questo, come possiamo sviluppare delle abitudini digitali più sane?
Il terapista John Duffy, intervistato dalla CNN, ha affermato che chi trascorre più tempo sui social tende ad essere più solo e le sue amicizie online non possono essere considerate autentiche, poiché “c'è qualcosa che manca in quella connessione”. Ai suoi pazienti il dott. Duffy consiglia almeno un mese di "digital detox", ovvero disintossicazione digitale, per sviluppare una relazione più consapevole con i social. A seguito di questo periodo di pausa, Duffy ha notato nei suoi pazienti un miglioramento dell’autostima e della fiducia in se stessi.
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