Bentornati all’appuntamento settimanale con le news di Dispotech! Oggi parliamo della crisi delle materie prime plastiche che, soprattutto a causa della pandemia, sta creando disagi in molti settori produttivi – tra cui quello dei dispositivi medici. Scopriamo i dettagli grazie ad un’interessante intervista pubblicata sul sito packagingeurope.com.
Nell’articolo che segue riportiamo i punti salienti di un’intervista a Renato Zelcher, presidente di EuPC - ente commerciale che rappresenta i trasformatori di plastica europei. Zelcher racconta dei disagi che l’industria manifatturiera ha dovuto affrontare in quest’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia di Covid-19, dei prezzi arrivati alle stelle e della carenza dei materiali. In ultimo, una riflessione sul futuro dei mercati europei.
D: Che tipo di problemi hanno affrontato i mercati europei che trattano materie prime plastiche a causa del Covid-19?
R: L’ EuPC rappresenta l'industria della trasformazione della plastica e il settore in questione è composto da circa 50.000 aziende. Ogni settore ha avuto le sue criticità: se quello degli imballaggi per prodotti medicali, alimenti, cura e igiene personale non ha mai conosciuto momenti di sosta a causa dell’altissima domanda, mercati come quello dell' automotive, dell'edilizia e della moda hanno subito un brusco arresto a causa dei lockdown e del calo della domanda. In molti casi, gli stabilimenti sono stati chiusi.
Tutti i mercati, però, sono stati accomunati da due grandi difficoltà: la logistica e le restrizioni applicate alla libera circolazione delle merci.
Le materie prime, invece, non hanno subito molte modifiche nel prezzo e nella disponibilità nel 2020. È stato il periodo fine 2020/inizio 2021 ad essere molto critico: polimeri e additivi necessari alle aziende per la produzioni sono diventati rari, quasi introvabili e, di conseguenza, il loro prezzo è aumentato registrando flessioni da record. Le ragioni sono molteplici: la forte domanda nei paesi asiatici (che si sono “ripresi” per primi) e il rallentamento dell’Europa, ma anche le condizioni metereologiche particolarmente avverse in Texas, ad oggi uno dei più grandi poli industriali mondiali per la produzione di polimeri e derivati, hanno peggiorato la situazione.
Indagini di settore hanno confermato che oltre il 90% dei trasformatori di plastica europei hanno subito perdite ed effetti negativi a causa del Covid.
D: Come hanno reagito i fornitori europei a queste carenze? La crisi ha avuto conseguenze sull’offerta e sui prezzi delle materie prime?
R: Nonostante un miglioramento effettivo della situazione, la produzione europea è ancora lontana dai suoi ritmi standard. Non si registrano le difficoltà di qualche tempo fa a reperire le materie prime, ma il problema della logistica rimane centrale e preoccupante: non si trovano né camion, né container. Per questo i prezzi delle materie prime rimangono alti e i rifornimenti complessi.
D: I produttori di plastica si sono ripresi dalla carenza e dall'aumento dei prezzi delle materie prime?
R: I primi mesi del 2021 sono stati i più difficili per i produttori di materie plastiche. I prezzi di alcuni elementi necessari alla produzione sono raddoppiati, altri hanno subito aumenti ancora maggiori. Molti manifatturieri si sono ritrovati a dover investire grandi capitali per far fronte a questa flessione incredibile dei prezzi. Ma ora la domanda è aumentata, quindi si spera che i capitali investiti rientrino in tempi brevi.
D: I fornitori europei sono ancora in stato di crisi per cause di “Forza Maggiore”?
R: I rallentamenti causati da dichiarazioni di “Forza Maggiore” dovrebbero essere qualcosa di eccezionale e, purtroppo, la pandemia lo ha rappresentato. Molti fornitori hanno dichiarato uno stato da FM; sebbene il quadro generale sia migliorato, il prezzo dei polimeri resta comunque più alto del normale.
D: Come si prospetta il futuro dei produttori europei di materie plastiche?
R: L’esperienza del Covid-19 ci ha insegnato che fare previsioni è difficile e tutto può cambiare molto velocemente. Gli indici economici indicano che i PIL dei paesi europei saranno in ripresa, la domanda è buona e se ne prevede la crescita.
I prezzi delle materie prime rimangono alti e ciò porterà inevitabilmente ad un aumento dell'inflazione. Chi lavora nel settore non può far altro che aspettare e osservare gli sviluppi della situazione.
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